DRILLO

dal libro "Abbaiare stanca" di Daniel Pennac

Ci sono un cane e una bambina. Abbandonato, il cane, rinchiuso in un canile. Aspetta lo smaltimento riservato a chi non ha un padrone che garantisca per lui. Abbandonata pure la bambina.
Eppure la bambina ha dei genitori, ha una casa, ha una vita del tutto normale. Ma le manca qualcosa di grande, di importante, da condividere: un compagno di giochi e di avventure. La bambina incontra il cane. Gli porta in regalo la sua curiosità, la voglia di un rapporto vero e assoluto. Il cane l’aiuta a scoprire la vita, quella che si svolge anche fuori dalle pareti di casa, anche fuori dallo schermo del computer e dalle programmazioni di giochi elettronici. Esploreranno insieme la città dei cani. Che è fatta di vie, vicoli, odori, discariche. Che è memoria dei luoghi in cui hai amato e dove davvero sei cresciuto. Che è un educarsi all’emozione, alla sensibilità. Le leggi legate alla comodità, all’utilizzo ottimale del tempo, al rifiuto di tutti i fastidi che vengono dal prendersi cura di qualcuno, cercheranno di separarli. Separarsi dal cane sarà per la bambina come morire.
Ritrovarlo sarà come rinascere, come ritrovare lo sguardo che trasforma in poesia l’esperienza del vivere.

Scheda

Titolo
Drillo

Con
Agostino Aresu e Chiara De Pascalis

Lavagna luminosa
Daniela Cecere

Drammaturgia
Silvia Civilla, Gianluigi Gherzi

Regia
Silvia Civilla

Luci
Antonio Apollonio

 
 

Note critiche

Una storia contemporanea, un mondo che si srotola tra le mani di una ragazza che “raccontava storie e disegnava… disegnava…”
Drillo è una favola dei nostri giorni, una favola a lieto fine che tra colori, bizzarrie e risate lascia in bocca il gusto dolceamaro dell’amore sincero. È uno spettacolo di denuncia, una favola sui valori. Ci insegna che l’amore vince su tutto.
Lo spettacolo si snoda tra disegni e colpi di colore proiettati dalla lavagna luminosa e prende anima e corpo grazie ai due attori che, come per magia, fanno vivere segni dando voce e sentimento ai diversi personaggi e facendoci viaggiare tra cimiteri, canili, luoghi della città e spazi del privato.
Agli spettatori sembrerà di sfogliare un libro i cui personaggi prendono vita irrompendo nello spazio del qui e dell’ora per raccontarci, facendoci sobbalzare dalle emozioni, la loro storia.
Una storia di una famiglia moderna e di una piccola eroina che, con coraggio e tenacia, riesce a conquistare l’umanità dei rapporti che le mancava.

Barbara Maisto